La degna conclusione delle attività legate al Timavo System Exploration 2013 non poteva che essere la presentazione del progetto al raduno nazionale di Casola Valsenio.
Già nella mattinata di sabato, l'intervento di Marco Restaino sul Timavo e sulle grotte soffianti ha introdotto l'argomento, invitando gli interessati alla conferenza che si doveva svolgere nel pomeriggio.
La seguente presentazione specifica sul TSE.13 è stata però un po' più difficoltosa, in quanto la sala prescelta era gremita all'inverosimile e regnava una grande confusione, con andirivieni continuo di persone ed una discreta "cagnara" all'ingresso. Il fatto poi che si sia iniziato con mezz'ora di ritardo ed inserendo l'intervento (che si reggeva su delle slide in PPT) nel bel mezzo di una serie di filmati di pregevole fattura non ha certo facilitato il compito.
Nonostante questo, è stato presentato il progetto partendo da un po' di storia, descrivendo le vari fasi operative ed evidenziando i risultati raggiunti.
Peccato che non sia stata possibile la presenza di nessun speleosub francese, perchè la descrizione delle immersioni da parte di chi le ha vissute personalmente sarebbe stata certamente di grande impatto.
Tirando le somme, una presentazione più che decorosa, che ha divulgato a livello nazionale quanto fatto nel corso dell'estate, anche se bisogna registrare che - dalle chiacchierate fatte dopo - è risultato che già in molti erano informati dell'esistenza del TSE.13 e delle esplorazioni effettuate, probabilmente grazie al sito internet costantemente aggiornato.
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Timavo System Exploration 2013
Il presente sito intende proporre - quasi in tempo reale - le varie fasi organizzative ed operative inerenti la spedizione speleosubacquea denominata "Timavo System Exploratione 2013", che prevede una serie di esplorazioni rivolte al corso sotterraneo del fiume Timavo (Carso Triestino). Le immersioni saranno effettuate dall’equipe appartenente al National Cave Diving Commette della FFESSM, mentre l'appoggio logistico sarà garantito dalla Società Adriatica di Speleologia di Trieste.
Vedi anche:
TIMAVO SYSTEM EXPLORATION 2014
TIMAVO SYSTEM EXPLORATION 2015
Vedi anche:
TIMAVO SYSTEM EXPLORATION 2014
TIMAVO SYSTEM EXPLORATION 2015
lunedì 4 novembre 2013
giovedì 17 ottobre 2013
Articoli sulla conferenza
Dopo la conferenza di domenica scorsa, durante la quale sono stati divulgati i risultati del TSE.13, sono usciti due articoli che hanno descritto l'evento.
Il primo è stato pubblicato sulle pagine e sul sito del Primorski Dnevnik, in lingua slovena, con il titolo Odkrili nepoznane prehode v jami Labadnici (Scoperti passaggi sconosciuti nell'Abisso di Trebiciano) e riassume la spedizione e quanto è stato ottenuto nel corso delle immersioni.
Il secondo è apparso sul sito di notizie online IlFriuliVenenziaGiulia.it e riporta quanto detto nel corso della conferenza. Da segnalare le belle foto che accompagnano l'articolo frutto del lavoro dell'amico Stefano Savini.
Detti articoli sono reperibili ai seguenti link:
Primorski Dnevnik
IlFriuliVenenziaGiulia.it
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Il primo è stato pubblicato sulle pagine e sul sito del Primorski Dnevnik, in lingua slovena, con il titolo Odkrili nepoznane prehode v jami Labadnici (Scoperti passaggi sconosciuti nell'Abisso di Trebiciano) e riassume la spedizione e quanto è stato ottenuto nel corso delle immersioni.
Il secondo è apparso sul sito di notizie online IlFriuliVenenziaGiulia.it e riporta quanto detto nel corso della conferenza. Da segnalare le belle foto che accompagnano l'articolo frutto del lavoro dell'amico Stefano Savini.
Detti articoli sono reperibili ai seguenti link:
Primorski Dnevnik
IlFriuliVenenziaGiulia.it
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lunedì 14 ottobre 2013
Conferenza presentazione risultati TSE.13
Dopo aver lavorato a stretto contatto con gli speleosub francesi ed aver elaborato i dati emersi dalle immersioni, è stato possible indire una conferenza pubblica durante la quale presentare i risultati della spedizione Timavo System Exploration 2013.
L'incontro si è tenuto presso la sala del Magazzino delle Idee, in occasione dell'ultima giornata della mostra "Acqua: identità di un territorio".
Essendo sia il giorno di chiusura della mostra che la domenica della Barcolana, avevamo qualche dubbo sulla partecipazione del pubblico, ma dobbiamo dire che l'affluenza è stata superiore alle aspettative.
Più di cento persone hanno assistito alla presentazione, che ha visto anche un'introduzione del vicepresidente della Provincia Igor Dolenc.
Dopo una presentazione di Maurizio Spoto a nome dell'organizzazione della mostra, il presidente della SAS Sergio Dambrosi ha iniziato spiegando i presupposti della spedizione, quindi Marco Restaino ha parlato del Timavo e delle sue speciali carattersitiche. E' seguito l'intervento di Piero Luchesi, che ha raccontato l'organizzazione del progetto, e - per finire - Paolo Guglia ha descritto lo solgimento del TSE.13 ed i risultati raggiunti.
Secondo il nostro parere, una degna conclusione di un bel lavoro che ha impegnato ed entusiasmato la nostra società negli ultimi mesi.
Le immagini di Alberto Maizan illustrano le varie fasi della conferenza.
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L'incontro si è tenuto presso la sala del Magazzino delle Idee, in occasione dell'ultima giornata della mostra "Acqua: identità di un territorio".
Essendo sia il giorno di chiusura della mostra che la domenica della Barcolana, avevamo qualche dubbo sulla partecipazione del pubblico, ma dobbiamo dire che l'affluenza è stata superiore alle aspettative.
Più di cento persone hanno assistito alla presentazione, che ha visto anche un'introduzione del vicepresidente della Provincia Igor Dolenc.
Dopo una presentazione di Maurizio Spoto a nome dell'organizzazione della mostra, il presidente della SAS Sergio Dambrosi ha iniziato spiegando i presupposti della spedizione, quindi Marco Restaino ha parlato del Timavo e delle sue speciali carattersitiche. E' seguito l'intervento di Piero Luchesi, che ha raccontato l'organizzazione del progetto, e - per finire - Paolo Guglia ha descritto lo solgimento del TSE.13 ed i risultati raggiunti.
Secondo il nostro parere, una degna conclusione di un bel lavoro che ha impegnato ed entusiasmato la nostra società negli ultimi mesi.
Le immagini di Alberto Maizan illustrano le varie fasi della conferenza.
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mercoledì 9 ottobre 2013
Invito Conferenza TSE.13
La Società Adriatica di Speleologia ha il piacere di invitare tutti gli interessati alla conferenza
"I RISULTATI DELLE RECENTI ESPLORAZIONI SUBACQUEE NEL TIMAVO"
che si terrà domenica 13 ottobre, alle ore 18.00, presso il Magazzino delle Idee
in Corso Cavour n. 2 (Trieste).
Nel corso della conferenza, con l'ausilio di immagini e video,
saranno esposti i risultati esplorativi raggiunti dalla spedizione
internazionale Timavo System Exploration 2013.
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lunedì 26 agosto 2013
Fuori tutto
Dopo le entusiasmanti giornate delle esplorazioni, rimaneva ancora da fare il lavoro sporco... Niente di così drammatico: anche al Pozzo dei Colombi bisognava semplicemente recuperare tutte le attrezzature che erano state predisposte per facilitare il lavoro dei subacquei.
Così oggi si sono ritrovati a Duino Gabriele, Bruno e Paolo per completare anche quest'ultima fase della spedizione.
La piattaforma galleggiante, che è stata resa disponibile grazie alla sponsorizzazione dell'Università degli Studi di Trieste ed al patrocinio concesso dal progetto Hydrokarst, rappresentava probabilmente il problema maggiore in quanto è stato abbastanza facile assemblarla all'esterno per poi calarla in grotta. Non eravamo altrettanto sicuri, però, che smontarla in grotta per poi issarla a pezzi sarebbe stato altrettanto semplice. Con un po' di manovre e qualche fatica, alla fine, siamo comunque riusciti nell'intento.
Abbiamo poi smantellato i corrimano, i cavi, la teleferica ed i vari tiranti, che sono stati tutti siglati per un rapido riconoscimento.
Di sera, tutto il materiale è stato controllato un'ultima volta, imballato e immagazzinato, pronto per un prossimo (speriamo rapido...) riuso.
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Così oggi si sono ritrovati a Duino Gabriele, Bruno e Paolo per completare anche quest'ultima fase della spedizione.
La piattaforma galleggiante, che è stata resa disponibile grazie alla sponsorizzazione dell'Università degli Studi di Trieste ed al patrocinio concesso dal progetto Hydrokarst, rappresentava probabilmente il problema maggiore in quanto è stato abbastanza facile assemblarla all'esterno per poi calarla in grotta. Non eravamo altrettanto sicuri, però, che smontarla in grotta per poi issarla a pezzi sarebbe stato altrettanto semplice. Con un po' di manovre e qualche fatica, alla fine, siamo comunque riusciti nell'intento.
Abbiamo poi smantellato i corrimano, i cavi, la teleferica ed i vari tiranti, che sono stati tutti siglati per un rapido riconoscimento.
Di sera, tutto il materiale è stato controllato un'ultima volta, imballato e immagazzinato, pronto per un prossimo (speriamo rapido...) riuso.
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domenica 25 agosto 2013
Articoli su IlFriuliVeneziaGiulia
Le recenti operazioni di esplorazione del fiume Timavo sono state seguite con interessa da molti media.
Fra questi è da segnalare la pubbilcazione online IlFriuliVenezia Giulia, che ha predisposto una serie di interessanti articoli a descrizione delle attività svolte. La giornalista Tiziana Melloni ha pubblicato delle esaurienti relazioni sullo sviluppo delle immersioni, coadiuvate da tante belle immagini inedite del fotografo Stefano Savini.
Gli articoli sono i seguenti:
Esplorazione del Timavo, arrivano gli speleosub francesi. Un altro passo per la soluzione del mistero? (28/07/2013),
Al via l'esplorazione subacquea del Timavo. Foto e racconto (11/08/2013),
Esplorazione del Timavo: speleosub francesi al lavoro con gli speleologi della Sas (15/08/2013),
Bilancio positivo per la spedizione speleosub che ha aggiunto qualche tassello al mistero del Timavo (19/08/2013).
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Fra questi è da segnalare la pubbilcazione online IlFriuliVenezia Giulia, che ha predisposto una serie di interessanti articoli a descrizione delle attività svolte. La giornalista Tiziana Melloni ha pubblicato delle esaurienti relazioni sullo sviluppo delle immersioni, coadiuvate da tante belle immagini inedite del fotografo Stefano Savini.
Gli articoli sono i seguenti:
Esplorazione del Timavo, arrivano gli speleosub francesi. Un altro passo per la soluzione del mistero? (28/07/2013),
Al via l'esplorazione subacquea del Timavo. Foto e racconto (11/08/2013),
Esplorazione del Timavo: speleosub francesi al lavoro con gli speleologi della Sas (15/08/2013),
Bilancio positivo per la spedizione speleosub che ha aggiunto qualche tassello al mistero del Timavo (19/08/2013).
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venerdì 23 agosto 2013
Articolo sul Primorski Dnevnik
Anche la stampa di lingua slovena ha recentemente parlato del Timavo e delle sue esplorazioni subacquee.
Per chi non è in grado di tradurre, l'esauriente articolo di Aljoža Fonda - pubblicato sul quotidiano Primorski Dnevnik - dedica una prima parte all'inquadramento del fiume, al suo inabissameto a San Canziano, alle scoperte in terra slovena di nuove grotte che l'intercettano, ai lavori in corso a Trebiciano (Luftlocher) e Fernetti (n. 87 VG) e, in generale, all'attrazione che il misterioso Timavo esercita su speleologi e studiosi.
Si passa quindi a descrivere l'attività di Claude Touloumdjian (oltre 2000 immersioni) e le capacità del team francese.
Viene poi intervistato Gabriele Crevatin, organizzatore delle esplorazioni al Pozzo dei Colombi antecedenti il 1993.
Si prosegue precisando che la Società Adriatica di Speleologia ha fornito tutto il supporto logistico e che grazie al coinvoglimento dell'Università degli Studi di Trieste - Dipartimento di Matematica e Geoscienze - ed al patrocinio concesso dal progetto Hydrokarst, è stato possibile realizzare la piattaforma galleggiante ed agevolare le operazioni.
L'articolo si conclude cercando di fare luce sul nome sloveno del Pozzo dei Colombi, ma sembra che non esista una denominazione specifica locale per la grotta.
Articolo in formato PDF
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Per chi non è in grado di tradurre, l'esauriente articolo di Aljoža Fonda - pubblicato sul quotidiano Primorski Dnevnik - dedica una prima parte all'inquadramento del fiume, al suo inabissameto a San Canziano, alle scoperte in terra slovena di nuove grotte che l'intercettano, ai lavori in corso a Trebiciano (Luftlocher) e Fernetti (n. 87 VG) e, in generale, all'attrazione che il misterioso Timavo esercita su speleologi e studiosi.
Si passa quindi a descrivere l'attività di Claude Touloumdjian (oltre 2000 immersioni) e le capacità del team francese.
Viene poi intervistato Gabriele Crevatin, organizzatore delle esplorazioni al Pozzo dei Colombi antecedenti il 1993.
Si prosegue precisando che la Società Adriatica di Speleologia ha fornito tutto il supporto logistico e che grazie al coinvoglimento dell'Università degli Studi di Trieste - Dipartimento di Matematica e Geoscienze - ed al patrocinio concesso dal progetto Hydrokarst, è stato possibile realizzare la piattaforma galleggiante ed agevolare le operazioni.
L'articolo si conclude cercando di fare luce sul nome sloveno del Pozzo dei Colombi, ma sembra che non esista una denominazione specifica locale per la grotta.
Articolo in formato PDF
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lunedì 19 agosto 2013
Articolo su Il Piccolo
Anche il quotidiano locale Il Piccolo si è occupato delle esplorazioni subacquee del Timavo, con una bella pagina a firma di Piero Spirito.
Si parla degli aspetti tecnici, ma anche delle sensazioni provate e delle atmosfere particolari - di fascino e mistero - con le quali hanno dovuto confrontarsi gli esploratori.
Un artcolo ben strutturato, di taglio divulgativo, che certo contribuirà a far comprendere meglio lo "spirito" della speleologia ai tanti triestini che non conoscono questa particolare disciplina.
Articolo in formato PDF
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Si parla degli aspetti tecnici, ma anche delle sensazioni provate e delle atmosfere particolari - di fascino e mistero - con le quali hanno dovuto confrontarsi gli esploratori.
Un artcolo ben strutturato, di taglio divulgativo, che certo contribuirà a far comprendere meglio lo "spirito" della speleologia ai tanti triestini che non conoscono questa particolare disciplina.
Articolo in formato PDF
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Foto e video
In occasione di questa spedizione, abbiamo curato particolarmente l'aspetto documentativo delle varie fasi esplorative ed organizzative.
Al giorno d'oggi, con le possibilità tecnologiche di cui si può disporre, sarebbe stato un vero peccato non raccontare oppurtunamente quanto è stato fatto. Questo sia per poter disporre di maggior dati descrittivi degli ambienti esplorati, sia per divulgare a chi interessato i risultati raggiunti.
Per questi motivi ha operato continuatamente una squadra per le riprese video (Benjamin Guignot e Giacomo Marsi) ed una per la documentazione fotografica (Stefano Savini, Alberto Maizan e Paolo Guglia).
Una sintesi del materiale prodotto è visibilile sul sito internet del quotidiano locale Il Piccolo, ai segueti indirizzi:
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Al giorno d'oggi, con le possibilità tecnologiche di cui si può disporre, sarebbe stato un vero peccato non raccontare oppurtunamente quanto è stato fatto. Questo sia per poter disporre di maggior dati descrittivi degli ambienti esplorati, sia per divulgare a chi interessato i risultati raggiunti.
Per questi motivi ha operato continuatamente una squadra per le riprese video (Benjamin Guignot e Giacomo Marsi) ed una per la documentazione fotografica (Stefano Savini, Alberto Maizan e Paolo Guglia).
Una sintesi del materiale prodotto è visibilile sul sito internet del quotidiano locale Il Piccolo, ai segueti indirizzi:
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domenica 18 agosto 2013
Quanti eravamo
Se l'esplorazione subacquea ad alti livelli è una materia per pochi specialisti, tutta l'organizzazione logistica di una spedizione come quella denominata Timavo System Exploration 2013 è una faccenda di fatica e sudore.
La realizzazione di apposite strutture ed il trasporto dei materiali ai sifoni non sono attività di alto livello, ma prevedono un certo numero di persone che deve operare secondo precise tabelle organizzative.
Oggi possiamo dire che è andato tutto bene, ma qualche dubbio inizialmente c'era. Nella settimana di ferragosto, alcuni soci della SAS erano via da Trieste per ferie programmate precedentemenete, altri semplicemente lavoravano. Nonostante questo, ogni sacco, ogni bombola, ogni attrezzatura è arrivata nel posto giusto al momento giusto, e questo non è poco.
Ricordiamo che la squadra spelosub francese era composta da Marc Douchet, Christian More, Michel Philips, Jean-Pierre Stephanato e Claude Touloumdjian del Centre de Recherches et de Plongèes Souterraines (FFESSM-FFS) di Marsiglia.
L'appoggio logistico è stato fornito da Massimiliano Blocher, Giorgia De Colle, Fabio De Nadai, Gabriele Crevatin, Maurizio Curci, Sergio Dambrosi, Davio Fabris, Paolo Guglia, Benjamin Guignet, Piero Luchesi, Alberto Maizan, Giacomo Marsi, Giuseppe Masarin, Edi Mauri, Francesca Midena, Ilario Muggia, Federica Papi, Roberto Radovan, Marco Restaino, Stefano Savini, Lorenzo Slama, Piero Slama, Rocco Umer, Bruno Vojtissek e Marco Zarotti della Società Adriatica di Speleologia (Trieste).
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La realizzazione di apposite strutture ed il trasporto dei materiali ai sifoni non sono attività di alto livello, ma prevedono un certo numero di persone che deve operare secondo precise tabelle organizzative.
Oggi possiamo dire che è andato tutto bene, ma qualche dubbio inizialmente c'era. Nella settimana di ferragosto, alcuni soci della SAS erano via da Trieste per ferie programmate precedentemenete, altri semplicemente lavoravano. Nonostante questo, ogni sacco, ogni bombola, ogni attrezzatura è arrivata nel posto giusto al momento giusto, e questo non è poco.
Ricordiamo che la squadra spelosub francese era composta da Marc Douchet, Christian More, Michel Philips, Jean-Pierre Stephanato e Claude Touloumdjian del Centre de Recherches et de Plongèes Souterraines (FFESSM-FFS) di Marsiglia.
L'appoggio logistico è stato fornito da Massimiliano Blocher, Giorgia De Colle, Fabio De Nadai, Gabriele Crevatin, Maurizio Curci, Sergio Dambrosi, Davio Fabris, Paolo Guglia, Benjamin Guignet, Piero Luchesi, Alberto Maizan, Giacomo Marsi, Giuseppe Masarin, Edi Mauri, Francesca Midena, Ilario Muggia, Federica Papi, Roberto Radovan, Marco Restaino, Stefano Savini, Lorenzo Slama, Piero Slama, Rocco Umer, Bruno Vojtissek e Marco Zarotti della Società Adriatica di Speleologia (Trieste).
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venerdì 16 agosto 2013
Aspettative e primi risultati
Con il completamento dei lavori di oggi, si può considerare conclusa questa prima fase esplorativa del Timavo System Exploration 2013. Ora non rimane che elaborare i tanti dati raccolti ed il ricco materiale documentativo, per cercare di apprendere qualcosa in più sul nostro fiume sotterraneo.
E' possibile però, fin d'ora, fare delle considerazioni generali sulle esplorazioni effettuate.
Le squadre di speleosub francesi hanno operato parallelamente all'interno di due grotte: il Pozzo dei Colombi e l'Abisso di Trebiciano. Prima dell'avvio della spedizione, conoscendo le caratteristiche dei sommozzatori impegnati nelle immersioni e le precedenti campagne esplorative da loro svolte, l'impressione era che la maggior parte dei risultati esplorativi si sarebbero ottenuti a Duino, dove erano segnalate grandi gallerie poste ad una certa profondità (-82 m). Nell'Abisso di Trebiciano, invece, sono sempre stati indicati dei passaggi disagevoli e grandi complicazioni per quanto riguarda l'orientamento.
Anche la qualità dell'acqua giocava a sfavore di Trebiciano, dove in questi giorni era riscontrabile una visibilità di trenta/quaranta centimetri, sicuramente inferiore a quella presente presso le risorgive.
Alla fine, però, il Timavo ha giocato il suo ennesimo scherzo.
Contrariamente ad ogni previsione, i maggiori risultati esplorativi sono stati raggiunti, infatti, nell'Abisso di Trebiciano, con qualche centinaio di metri di nuovi sviluppi e la scoperta di un interessante collettore di ampie dimensioni.
Con queste novità, il rilievo dell'Abisso di Trebiciano cambierà letteralmente aspetto, sia in pianta che per quanto riguarda il suo profilo.
Al Pozzo dei Colombi, una visibilità generale comunque scarsa, la rottura di tutte le precedenti sagole e la presenza di sedimenti che non appena sfiorati si sono sollevati impedendo perfino di riconoscere il profilo delle pareti del pozzo stesso, non hanno permesso - per il momento - di proseguire oltre rispetto agli sviluppi conosciuti.
I dati sono ovviamene ancora in fase di elaborazione, ma presto saranno disponibili i nuovi rilievi.
Nel frattempo tutti i materiali sono stati recuperati e solo due sacchi sono ancora sul fondo dell'Abisso di Trebiciano, ma domani mattina tutte le attività saranno completate.
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E' possibile però, fin d'ora, fare delle considerazioni generali sulle esplorazioni effettuate.
Le squadre di speleosub francesi hanno operato parallelamente all'interno di due grotte: il Pozzo dei Colombi e l'Abisso di Trebiciano. Prima dell'avvio della spedizione, conoscendo le caratteristiche dei sommozzatori impegnati nelle immersioni e le precedenti campagne esplorative da loro svolte, l'impressione era che la maggior parte dei risultati esplorativi si sarebbero ottenuti a Duino, dove erano segnalate grandi gallerie poste ad una certa profondità (-82 m). Nell'Abisso di Trebiciano, invece, sono sempre stati indicati dei passaggi disagevoli e grandi complicazioni per quanto riguarda l'orientamento.
Anche la qualità dell'acqua giocava a sfavore di Trebiciano, dove in questi giorni era riscontrabile una visibilità di trenta/quaranta centimetri, sicuramente inferiore a quella presente presso le risorgive.
Alla fine, però, il Timavo ha giocato il suo ennesimo scherzo.
Contrariamente ad ogni previsione, i maggiori risultati esplorativi sono stati raggiunti, infatti, nell'Abisso di Trebiciano, con qualche centinaio di metri di nuovi sviluppi e la scoperta di un interessante collettore di ampie dimensioni.
Con queste novità, il rilievo dell'Abisso di Trebiciano cambierà letteralmente aspetto, sia in pianta che per quanto riguarda il suo profilo.
Al Pozzo dei Colombi, una visibilità generale comunque scarsa, la rottura di tutte le precedenti sagole e la presenza di sedimenti che non appena sfiorati si sono sollevati impedendo perfino di riconoscere il profilo delle pareti del pozzo stesso, non hanno permesso - per il momento - di proseguire oltre rispetto agli sviluppi conosciuti.
I dati sono ovviamene ancora in fase di elaborazione, ma presto saranno disponibili i nuovi rilievi.
Nel frattempo tutti i materiali sono stati recuperati e solo due sacchi sono ancora sul fondo dell'Abisso di Trebiciano, ma domani mattina tutte le attività saranno completate.
Ultima immersione al Pozzo dei Colombi (foto Alberto Maizan) |
giovedì 15 agosto 2013
Buone notizie dai sifoni
Finalmente, dopo lunghi trasporti di materiali e meticolose verifiche propedeutiche, stanno arrivando delle buone notizie dai sifoni del Timavo.
Anche oggi si sono immerse contemporaneamente due squadre distinte, una al Pozzo dei Colombi e l'altra all'Abisso di Trebiciano.
A San Giovanni di Duino, Marc Douchet e Christian More (coadiuvati da Jean-Pierre Stephanato), sono finalmente riusciti ad identificare l'ingresso del collettore che sale a monte del sifone. Si tratta di un'ampia galleria che però, date le attuali condizioni idriche, non presenta alcuna corrente d'acqua. Proprio per l'assenza del movimento dell'acqua è stato difficile trovare il passaggio localizzato sempre dai francesi nel 1993, ma ora bisogna solo seguire la nuova sagola che è stata posizionata e proseguire nell'esplorazione.
A Trebiciano, invece, Michel Philips ha localizzato il collettore che dovrebbe alimentare il lago Boegan (quello trovato da Maucci nel 1953). L'aspetto della caverna e del lago Boegan è stato trovato abbastanza diverso rispetto alle precedenti esplorazioni, proprio perchè il livello dell'acqua oggi è particolarmente basso. A monte è stata trovata una nuova galleria sommersa che è stata risalita per quasi 100 m.
Domani (16/8/2013) ultime - e speriamo fondamentali - esplorazioni sia a Duino che a Trebiciano.
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Anche oggi si sono immerse contemporaneamente due squadre distinte, una al Pozzo dei Colombi e l'altra all'Abisso di Trebiciano.
A San Giovanni di Duino, Marc Douchet e Christian More (coadiuvati da Jean-Pierre Stephanato), sono finalmente riusciti ad identificare l'ingresso del collettore che sale a monte del sifone. Si tratta di un'ampia galleria che però, date le attuali condizioni idriche, non presenta alcuna corrente d'acqua. Proprio per l'assenza del movimento dell'acqua è stato difficile trovare il passaggio localizzato sempre dai francesi nel 1993, ma ora bisogna solo seguire la nuova sagola che è stata posizionata e proseguire nell'esplorazione.
A Trebiciano, invece, Michel Philips ha localizzato il collettore che dovrebbe alimentare il lago Boegan (quello trovato da Maucci nel 1953). L'aspetto della caverna e del lago Boegan è stato trovato abbastanza diverso rispetto alle precedenti esplorazioni, proprio perchè il livello dell'acqua oggi è particolarmente basso. A monte è stata trovata una nuova galleria sommersa che è stata risalita per quasi 100 m.
Domani (16/8/2013) ultime - e speriamo fondamentali - esplorazioni sia a Duino che a Trebiciano.
Preparazioni per l'mmersione (foto Alberto Maizan) |
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mercoledì 14 agosto 2013
Visita allo Speleovivarium
Completate tutte le operazioni della giornata la squadra di speleosub (e famiglie) è scesa a Trieste e si è goduta la città e la piazza Unità spazzata dalla bora.
A fine serata è stata organizzata una visita allo Speleovivarium, la struttura della SAS dedicata alla didattica. Gli amici francesi si sono dimostrati molto interessati agli aspetti biologici ed agli animali esposti, ed ha destato particolare curiosità la parte del museo dedicata alle esplorazioni speleosubacquee.
Dopo una birra in un pub, tutti a casa per prepararsi alle attività di domani.
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A fine serata è stata organizzata una visita allo Speleovivarium, la struttura della SAS dedicata alla didattica. Gli amici francesi si sono dimostrati molto interessati agli aspetti biologici ed agli animali esposti, ed ha destato particolare curiosità la parte del museo dedicata alle esplorazioni speleosubacquee.
Dopo una birra in un pub, tutti a casa per prepararsi alle attività di domani.
Michel Philips guarda divertito le attrezzature speleosubacquee in uso negli anni '70 (foto Alberto Maizan) |
Il gruppo al completo (foto Alberto Maizan) |
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Condizioni avverse
Brutta sorpresa nella notte.
Un violento temporale, un abbassamento di oltre 10 gradi della temperatura e venti che hanno superato i 100 chilometri orari hanno colpito il Carso ed anche il campeggio dove risiede l'equipe di speleosub francesi.
Quella che era l'uscita programmata al Pozzo dei Colombi è stata purtroppo rimandata e la giornata è stata dedicata alla sistemazione dei materiali e delle attrezzature.
La mattinata è servita per rimettere in sesto il campo ed asciugare i vestiti bagnati, il pomeriggio vedrà operare due squadre: la prima scenderà nell'Abisso di Trebiciano per recuperare dei materiali e portarli all'esterno, la seconda andrà al Pozzo dei Colombi per una verifica delle attrezzature in previsione dell'immersione di domani.
Peccato, il maltempo ha di fatto ritardato di una giornata tutte le attività, ma purtroppo le condizioni meteorologiche non posso essere "addomesticate" in alcun modo. Domani (ferragosto) è previsto di nuovo bel tempo con vento, quindi si scenderà in tutte le due grotte per proseguire nei lavori.
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Un violento temporale, un abbassamento di oltre 10 gradi della temperatura e venti che hanno superato i 100 chilometri orari hanno colpito il Carso ed anche il campeggio dove risiede l'equipe di speleosub francesi.
Quella che era l'uscita programmata al Pozzo dei Colombi è stata purtroppo rimandata e la giornata è stata dedicata alla sistemazione dei materiali e delle attrezzature.
La mattinata è servita per rimettere in sesto il campo ed asciugare i vestiti bagnati, il pomeriggio vedrà operare due squadre: la prima scenderà nell'Abisso di Trebiciano per recuperare dei materiali e portarli all'esterno, la seconda andrà al Pozzo dei Colombi per una verifica delle attrezzature in previsione dell'immersione di domani.
Peccato, il maltempo ha di fatto ritardato di una giornata tutte le attività, ma purtroppo le condizioni meteorologiche non posso essere "addomesticate" in alcun modo. Domani (ferragosto) è previsto di nuovo bel tempo con vento, quindi si scenderà in tutte le due grotte per proseguire nei lavori.
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martedì 13 agosto 2013
Si cerca a Trebiciano
Parallelamente all'uscita fatta al Pozzo dei Colombi, si continua con l'esplorazione dell'Abisso di Trebiciano.
Anticipata la discesa che doveva svolgersi nel pomeriggio, lo speleosub Michel Philips è ritornato una seconda volta nel sifone, seguendo una vecchia sagola. Nonostante vari tentativi fatti con una visibilità di soli 20 centimetri, non è riuscito ad individure - per il momento - il passaggio che porta agli ambienti già conosciuti.
Certo, per chi è abituato ad immergersi con una visibilità di 20-30 metri, nuotare nel caffelatte non deve essere nè facile nè piacevole. Ma questo, bene o male, è il nostro "mitico" Timavo.
Si ritornerà nel sifone forse già domani, probabilmente con una squadra formata da due speleosub.
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Anticipata la discesa che doveva svolgersi nel pomeriggio, lo speleosub Michel Philips è ritornato una seconda volta nel sifone, seguendo una vecchia sagola. Nonostante vari tentativi fatti con una visibilità di soli 20 centimetri, non è riuscito ad individure - per il momento - il passaggio che porta agli ambienti già conosciuti.
Certo, per chi è abituato ad immergersi con una visibilità di 20-30 metri, nuotare nel caffelatte non deve essere nè facile nè piacevole. Ma questo, bene o male, è il nostro "mitico" Timavo.
Si ritornerà nel sifone forse già domani, probabilmente con una squadra formata da due speleosub.
Michel si avvicina al sifone (foto Alberto Maizan) |
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Pozzo dei Colombi: si parte...
Prima immersione preparatoria al Pozzo dei Colombi.
Lo spleosub Marc Douchet, arrivato sulla piattaforma galleggiante, ha iniziato la complessa vestizione ed è sceso quindi nello specchio d'acqua. Le condizioni si sono dimostrate certamente più favorevoli che all'Abisso di Trebiciano: in questo caso - infatti - la visibilità arrivava a circa 2 metri.
Visto che tutte le sagole risultavano danneggiate e si interrompevano a pochi metri dalla superficie, è stata installata una nuova linea guida fino al fondo del pozzo, a circa 47 m di profondità. Dopo una breve perlustrazione è stata individuata la finestra che conduce alla galleria da esplorare. Da segnalare solamente una debole corrente alla base del pozzo.
Domani mattina (14/08/2013) si ritorna con due speleosub per risalire il grande collettore.
Da segnalare la visita del prof. Franco Cucchi e del dott. Luca Zini dell'Università di Trieste, e del sig. Alessandro Fattori responsabile della Protezione Civile del Comune di Duino-Aurisina.
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Lo spleosub Marc Douchet, arrivato sulla piattaforma galleggiante, ha iniziato la complessa vestizione ed è sceso quindi nello specchio d'acqua. Le condizioni si sono dimostrate certamente più favorevoli che all'Abisso di Trebiciano: in questo caso - infatti - la visibilità arrivava a circa 2 metri.
Visto che tutte le sagole risultavano danneggiate e si interrompevano a pochi metri dalla superficie, è stata installata una nuova linea guida fino al fondo del pozzo, a circa 47 m di profondità. Dopo una breve perlustrazione è stata individuata la finestra che conduce alla galleria da esplorare. Da segnalare solamente una debole corrente alla base del pozzo.
Domani mattina (14/08/2013) si ritorna con due speleosub per risalire il grande collettore.
Da segnalare la visita del prof. Franco Cucchi e del dott. Luca Zini dell'Università di Trieste, e del sig. Alessandro Fattori responsabile della Protezione Civile del Comune di Duino-Aurisina.
Lo speleosub, i materiali e gli assistenti sulla piattaforma galleggiante (foto Paolo Guglia) |
Marc pronto per l'immersione (foto Paolo Guglia) |
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lunedì 12 agosto 2013
Condizioni di scarsa visibilità
La prima immersione nel sifone di entrata dell'Abisso di Trebiciano ha rivelato delle condizioni operative estremamente difficili.
La corrente dell'acqua, come previsto, è risultata scarsissima ma - come invece temuto - la visibilità si è aggirata in molti punti a meno di quaranta centimetri.
Questa situazione non arresta certamente le esplorazioni, ma rallenta le attività e allunga di molto i tempi operativi.
Nella prima giornata di immersioni è stata verificata tutta la parete terminale del lago, è stato individuato l'ingresso del sifone, sono state risistemate le sagole di sicurezza ed il sifone è stato risalito per una sessanina di metri, ponendo le basi per le prossime esplorazioni che si svolgeranno martedì.
Molto interessante è stata l'osservazione di svariati esemplari di proteo (una ventina), segno che l'acqua - pur torbida - non è più inquinata come un tempo.
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La corrente dell'acqua, come previsto, è risultata scarsissima ma - come invece temuto - la visibilità si è aggirata in molti punti a meno di quaranta centimetri.
Questa situazione non arresta certamente le esplorazioni, ma rallenta le attività e allunga di molto i tempi operativi.
Nella prima giornata di immersioni è stata verificata tutta la parete terminale del lago, è stato individuato l'ingresso del sifone, sono state risistemate le sagole di sicurezza ed il sifone è stato risalito per una sessanina di metri, ponendo le basi per le prossime esplorazioni che si svolgeranno martedì.
Molto interessante è stata l'osservazione di svariati esemplari di proteo (una ventina), segno che l'acqua - pur torbida - non è più inquinata come un tempo.
Michel Philips si prepara per l'immersione (Foto Alberto Maizan) |
Pronti per la prima esplorazione del sifone (Foto Alberto Maizan) |
domenica 11 agosto 2013
Sopralluogo al sifone
La prima giornata veramente operativa si è sviluppata con il trasporto dei vari materiali sul fondo dell'Abisso di Trebiciano e con una verifica dei sifoni.
Per quanto riguarda le attrezzature, sono stati portati una ventina di sacchi - contenenti bambole e apparecchi vari - fino al livello dell'acqua, alla profondità di 329 m. Detta attività si è svolta in tempi relativamente brevi, nonostante gli ingombri di alcuni carichi.
Dopo aver gonfiato i canotti, è stato visitato attentamente il lago che precede il sifone di entrata, accertandone le condizioni: scarsa corrente, basso livello ma, purtroppo, anche scarsa visibilità (circa un metro).
E' stato visitato anche il lago che precede il sifone di uscita, che nelle precedenti immersioni era stato considerato impraticabile. Viste le condizioni idriche attuali, sarà possibile effettuare un'ispezione subacquea più precisa anche in questo punto del corso del fiume sotterraneo, per accertare quali siano le reali caratteristiche morfologiche del sifone "a valle".
Complessivamente erano presenti a Trebiciano i quattro speleosub francesi e diciassette speleo della Società Adriatica di Speleologia.
Domani (13/8/2013) si incominceranno le immersioni vere e proprie e, a seconda delle condizioni che si troveranno, si procederà con un piano esplorativo finalizzato al raggiungimento dei massimi risultati.
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Per quanto riguarda le attrezzature, sono stati portati una ventina di sacchi - contenenti bambole e apparecchi vari - fino al livello dell'acqua, alla profondità di 329 m. Detta attività si è svolta in tempi relativamente brevi, nonostante gli ingombri di alcuni carichi.
Dopo aver gonfiato i canotti, è stato visitato attentamente il lago che precede il sifone di entrata, accertandone le condizioni: scarsa corrente, basso livello ma, purtroppo, anche scarsa visibilità (circa un metro).
E' stato visitato anche il lago che precede il sifone di uscita, che nelle precedenti immersioni era stato considerato impraticabile. Viste le condizioni idriche attuali, sarà possibile effettuare un'ispezione subacquea più precisa anche in questo punto del corso del fiume sotterraneo, per accertare quali siano le reali caratteristiche morfologiche del sifone "a valle".
Complessivamente erano presenti a Trebiciano i quattro speleosub francesi e diciassette speleo della Società Adriatica di Speleologia.
Domani (13/8/2013) si incominceranno le immersioni vere e proprie e, a seconda delle condizioni che si troveranno, si procederà con un piano esplorativo finalizzato al raggiungimento dei massimi risultati.
Si inizia la preparazione dei primi sacchi per il trasporto dei materiali sul fondo della grotta (Foto Paolo Guglia) |
Ispezioni al lago del sifone di entrata, sul fondo dell'Abisso di Trebiciano (Foto Alberto Maizan) |
Dopo la risalita - Claude Touloumdjian, Marc Douchet e Christian More (Foto Paolo Guglia) |
sabato 10 agosto 2013
Avvio delle fasi operative
Dopo i lunghi lavori di preparazione, finalmente sono arrivati gli speleosub della FFESSM.
Si tratta di Claude Touloumdjian, Marc Douchet, Christian More e Michel Philips, del Centre de Recherches et de Plongèes Souterraines di Marsiglia.
Nel corso della serata è stato tenuto un primo briefing sull'organizzazione delle attività esplorative e sono stati fatti dei sopralluoghi presso le cavità ineressate dalle immersioni.
Particolare attenzione è stata data alla gestone dei materiali, con il trasferimento di una parte delle bombole e del compressore in un apposito magazzino dove si svolgeranno le fasi di messa a punto delle attrezzature.
Domani mattina (11/8/2013) inizieranno le attività di trasporto dei materiali fino al sifone di entrata dell'Abisso di Trebiciano.
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Si tratta di Claude Touloumdjian, Marc Douchet, Christian More e Michel Philips, del Centre de Recherches et de Plongèes Souterraines di Marsiglia.
Nel corso della serata è stato tenuto un primo briefing sull'organizzazione delle attività esplorative e sono stati fatti dei sopralluoghi presso le cavità ineressate dalle immersioni.
Particolare attenzione è stata data alla gestone dei materiali, con il trasferimento di una parte delle bombole e del compressore in un apposito magazzino dove si svolgeranno le fasi di messa a punto delle attrezzature.
Domani mattina (11/8/2013) inizieranno le attività di trasporto dei materiali fino al sifone di entrata dell'Abisso di Trebiciano.
Prima riunione per decidere l'organizzazione delle prossime attività esplorative (Foto Paolo Guglia) |
Una prima parte del materiale che sarà utilizzato durante le immersioni (foto Stefano Savini) |
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venerdì 9 agosto 2013
Pozzo dei Colombi: lo stato delle esplorazioni
Con le esplorazioni svolte nel corso del Timavo Progect, nel 1990/93, sono state finalmente raccolte interessanti informazioni riguardanti il sistema delle risorgive del fiume Timavo a San Giovanni di Duino: un complesso di gallerie sommerse estremamente articolato che, partendo dalle tre bocche principali, si collega direttamente con la Grotta del Timavo (n. 4583 VG) e con il Pozzo dei Colombi (n. 227 VG). Nonostante l'interesse che può destare la particolarità dei vani fino ad ora esplorati (i tre rami e la Grande Frattura), il punto ritenuto fondamentale per il proseguo delle immersioni è proprio la galleria "a monte" presente al Pozzo dei Colombi.
Dalla base del pozzo parte infatti un'ampia galleria inclinata, che è stata risalita per 219 m di sviluppo raggiungendo la profondità massima di 82 m. La galleria continua ma, nel 1993, le difficoltà tecnico/logistiche legate alla profondità ed alle forti correnti hanno di fatto interrotto le possibilità di proseguire oltre.
Oggi, con nuove attrezzature, l'obiettivo è quello di superare il punto precedentemente raggiunto e di inoltrarsi ulteriormente nel corso profondo del fiume Timavo.
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Dalla base del pozzo parte infatti un'ampia galleria inclinata, che è stata risalita per 219 m di sviluppo raggiungendo la profondità massima di 82 m. La galleria continua ma, nel 1993, le difficoltà tecnico/logistiche legate alla profondità ed alle forti correnti hanno di fatto interrotto le possibilità di proseguire oltre.
Oggi, con nuove attrezzature, l'obiettivo è quello di superare il punto precedentemente raggiunto e di inoltrarsi ulteriormente nel corso profondo del fiume Timavo.
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Piattaforma al Pozzo dei Colombi
L'esplorazione subacquea del Pozzo dei Colombi (n. 227 VG) ha da sempre comportato notevoli complicazioni logistiche. La cavità, infatti, è formata da un pozzo verticale che termina direttamente in uno specchio d'acqua, senza alcun punto dove potersi fermare. Già nel corso delle prime visite è stato quindi considerato utile il poter disporre di una piattaforma galleggiante per la preparazione degli speleosub e la verifica dei materiali.
Tale piattaforma si è concretizzata nel 1986, con l'installazione di un apposito piano sostenuto da galleggianti: si trattava di una struttura autocostruita, di scarsa compattezza ed estremamente difficile da muovere. Le operazioni per trasportarla, calarla nel pozzo e posizionarla si sono poi rivelate lunghe e complesse.
Questa struttura ha funzionato per vari anni ed ha permesso le prime indagini accurate della parte sommersa del pozzo da parte dei sommozzatori della SAS.
In occasione del ritorno degli spelsub francesi della FFESSM, è stato pensato che poteva ritornare utile una struttura similare, ovviamente di concezione più moderna e di più facile gestione.
All'interno del patrocinio concesso dal Dipartimento di Matematica e Geoscienze dell’Università degli Studi di Trieste e dal progetto transfrontaliero Hydro Karst è stato possibile procedere all'acquisto di un certo numero di elementi modulari galeggianti autoportanti che, opportunamente assemblati, hanno formato una solida piattaforma di 4 metri quadrati. Le fasi di montagio e posizionamento si sono svolte giovedì notte (8/8/2013) ed ora tutto è pronto per l'arrivo degli speleosub.
Di seguito sono proposte due immagini a confronto: la prima ritrae le fasi di posizionamento della prima piattaforma autocostruita nel 1986. La seconda fotografia riguarda invece la recente attività di installazione della nuova piattaforma modulare: sono cambiate radicalmente le caratteristiche della struttura galleggiante, che oggi si presenta più stabile e sicura.
Da notare, inoltre, come sia aumentata la vegetazione che circonda il Pozzo dei Colombi. Un'ultima osservazione: le tre persone che hanno completato oggi i lavori - Gabriele, Bruno e Paolo - avevano lavorato, ventisette anni fa, nella realizzazione della prima piattaforma autocostruita.
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Tale piattaforma si è concretizzata nel 1986, con l'installazione di un apposito piano sostenuto da galleggianti: si trattava di una struttura autocostruita, di scarsa compattezza ed estremamente difficile da muovere. Le operazioni per trasportarla, calarla nel pozzo e posizionarla si sono poi rivelate lunghe e complesse.
Questa struttura ha funzionato per vari anni ed ha permesso le prime indagini accurate della parte sommersa del pozzo da parte dei sommozzatori della SAS.
In occasione del ritorno degli spelsub francesi della FFESSM, è stato pensato che poteva ritornare utile una struttura similare, ovviamente di concezione più moderna e di più facile gestione.
All'interno del patrocinio concesso dal Dipartimento di Matematica e Geoscienze dell’Università degli Studi di Trieste e dal progetto transfrontaliero Hydro Karst è stato possibile procedere all'acquisto di un certo numero di elementi modulari galeggianti autoportanti che, opportunamente assemblati, hanno formato una solida piattaforma di 4 metri quadrati. Le fasi di montagio e posizionamento si sono svolte giovedì notte (8/8/2013) ed ora tutto è pronto per l'arrivo degli speleosub.
Di seguito sono proposte due immagini a confronto: la prima ritrae le fasi di posizionamento della prima piattaforma autocostruita nel 1986. La seconda fotografia riguarda invece la recente attività di installazione della nuova piattaforma modulare: sono cambiate radicalmente le caratteristiche della struttura galleggiante, che oggi si presenta più stabile e sicura.
Da notare, inoltre, come sia aumentata la vegetazione che circonda il Pozzo dei Colombi. Un'ultima osservazione: le tre persone che hanno completato oggi i lavori - Gabriele, Bruno e Paolo - avevano lavorato, ventisette anni fa, nella realizzazione della prima piattaforma autocostruita.
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giovedì 8 agosto 2013
Abisso di Trebiciano: lo stato delle esplorazioni
La cavità denominata Abisso di Trebiciano (n. 17 VG) è probabilmente una delle grotte più studiate del Carso triestino. Scoperta da Antonio Federico Lindner nel lontano 1841, dopo essere stata accantonata per l'approvvigionamento idrico della città a causa della bassa quota a cui scorreva il Timavo sotterraneo, è diventata un vero e proprio "laboratorio di ricerca" sul carsismo e sulla circolazione idrica sotterranea.
Per quanto riguarda gli aspetti prettamente esplorativi, dal 1975 la Società Adriatica di Speleologia ha avviato non solo la realizzazione di una ferrata definitiva per facilitare la discesa, ma anche una campagna d'indagine che ha permesso di portare lo sviluppo complessivo della cavità a quasi 1.300 m.
Relativamente alle esplorazioni subaquee, nulla è stato ancora tentato nel sifone di uscita (ritenuto da tutti troppo pericoloso per le sue caratteristiche) ma vari sono stati i sommozzatori che si sono prodigati nella risalita del sifone di entrata, seguendo le acque del fiume verso monte.
La prima esplorazione è stata quella effettuata da Walter Maucci e Steno Bartoli (della SAS) nel 1953.
Atre immersioni di un certo rilievo sono state quelle svolte da Giorgio Cobol nel 1957, da Gabriele Crevatin e Pierpaolo Martellani (della SAS) nel 1977, sempre da Gabriele Crevatin nel 1990, da Guido Sollazzi e Spartaco Savio (della CGEB-SAG) nel 1991 e dal Progetto Timavo (FFESSM) nel 1993.
Dai vari dati raccolti nelle esplorazioni sopra citate emerge un quadro abbastanza complesso: il sifone di entata "si presenta di dimensioni impreviste, risultando ben più esteso di quanto osservato nelle prime esplorazioni. Si tratta probabilmente di un’ampia galleria interessata da blocchi franati e lame che la dividono in più vani adiacenti, oppure di un reticolo di passaggi vicini e paralleli che formano un ambiente estremamente articolato orientato in direzione sud-est” (1).
Particolare interesse hanno destato i risultati emersi dall’immersione effettuata dalla FFESSM nel 1993. Sono stati percorsi ben 400 m in vani inesplorati in direzione sud-sud-est, ad una profondità massima di 21 m. A causa delle difficoltà legate alla scarsa visibilità non è stato possibile avere dei dati strumentali relativi agli sviluppi percorsi in questa occasione, ma si è aperto un ampio scenario legato ad estese prosecuzioni del sifone poste più ad occidente rispetto ai vani “classici” scoperti nel 1953. Per altro, le immersioni svolte nel 1991 hanno rivelato anche ulteriori ambienti (non definiti) più a oriente dei citati vani “classici”, per cui un’esplorazione accurata del sifone potrà veramente rivelare notevoli ed inaspettate sorprese.
(1) Cfr. Guglia P., 1994, Risultati esplorativi del Progetto Timavo, in Atti e Memorie Comm. Grotte E. Boegan, Vol. 31, Trieste, pp. 25-48.
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Per quanto riguarda gli aspetti prettamente esplorativi, dal 1975 la Società Adriatica di Speleologia ha avviato non solo la realizzazione di una ferrata definitiva per facilitare la discesa, ma anche una campagna d'indagine che ha permesso di portare lo sviluppo complessivo della cavità a quasi 1.300 m.
Relativamente alle esplorazioni subaquee, nulla è stato ancora tentato nel sifone di uscita (ritenuto da tutti troppo pericoloso per le sue caratteristiche) ma vari sono stati i sommozzatori che si sono prodigati nella risalita del sifone di entrata, seguendo le acque del fiume verso monte.
La prima esplorazione è stata quella effettuata da Walter Maucci e Steno Bartoli (della SAS) nel 1953.
Atre immersioni di un certo rilievo sono state quelle svolte da Giorgio Cobol nel 1957, da Gabriele Crevatin e Pierpaolo Martellani (della SAS) nel 1977, sempre da Gabriele Crevatin nel 1990, da Guido Sollazzi e Spartaco Savio (della CGEB-SAG) nel 1991 e dal Progetto Timavo (FFESSM) nel 1993.
Dai vari dati raccolti nelle esplorazioni sopra citate emerge un quadro abbastanza complesso: il sifone di entata "si presenta di dimensioni impreviste, risultando ben più esteso di quanto osservato nelle prime esplorazioni. Si tratta probabilmente di un’ampia galleria interessata da blocchi franati e lame che la dividono in più vani adiacenti, oppure di un reticolo di passaggi vicini e paralleli che formano un ambiente estremamente articolato orientato in direzione sud-est” (1).
Particolare interesse hanno destato i risultati emersi dall’immersione effettuata dalla FFESSM nel 1993. Sono stati percorsi ben 400 m in vani inesplorati in direzione sud-sud-est, ad una profondità massima di 21 m. A causa delle difficoltà legate alla scarsa visibilità non è stato possibile avere dei dati strumentali relativi agli sviluppi percorsi in questa occasione, ma si è aperto un ampio scenario legato ad estese prosecuzioni del sifone poste più ad occidente rispetto ai vani “classici” scoperti nel 1953. Per altro, le immersioni svolte nel 1991 hanno rivelato anche ulteriori ambienti (non definiti) più a oriente dei citati vani “classici”, per cui un’esplorazione accurata del sifone potrà veramente rivelare notevoli ed inaspettate sorprese.
(1) Cfr. Guglia P., 1994, Risultati esplorativi del Progetto Timavo, in Atti e Memorie Comm. Grotte E. Boegan, Vol. 31, Trieste, pp. 25-48.
Timavo System Exploration su Scintilena
Il notiziario on line di speleologia Scintilena ritorna ad occuparsi dell'esplorazione del Timavo.
Con un bel articolo (chiaro ed esauriente) della nostra brava Giorgia de Colle, vengono dati tutti ragguagli su questo importante progetto di esplorazione speleosubacquea che prenderà il via a giorni.
L'indirizzo dell'articolo è il seguente: Scintilena.
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Con un bel articolo (chiaro ed esauriente) della nostra brava Giorgia de Colle, vengono dati tutti ragguagli su questo importante progetto di esplorazione speleosubacquea che prenderà il via a giorni.
L'indirizzo dell'articolo è il seguente: Scintilena.
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mercoledì 7 agosto 2013
Lavori al Pozzo dei Colombi
Procedono al meglio i lavori di allestimento al Pozzo dei Colombi.
Sono stati sostituiti tutti i cavi d'acciaio della teleferica per il trasporto dei materiali, con nuovi punti di fissagio e opportuni tiranti, ed è tutto pronto per la sistemazione della piattaforma galleggiante.
Viste le temperature raggiunte in questi giorni, tutti gli interventi sono stati svolti all'imbrunire. Bisogna però constatare che, di sera, il caldo non si attenua di molto e sono invece presenti nuvole di zanzare affamate. Ma qualche sacrificio bisogna pur farlo per raggiungere l'obiettivo...
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Sono stati sostituiti tutti i cavi d'acciaio della teleferica per il trasporto dei materiali, con nuovi punti di fissagio e opportuni tiranti, ed è tutto pronto per la sistemazione della piattaforma galleggiante.
Viste le temperature raggiunte in questi giorni, tutti gli interventi sono stati svolti all'imbrunire. Bisogna però constatare che, di sera, il caldo non si attenua di molto e sono invece presenti nuvole di zanzare affamate. Ma qualche sacrificio bisogna pur farlo per raggiungere l'obiettivo...
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lunedì 5 agosto 2013
Date e organizzazione - aggiornamento
Visto l'approssimarsi dell'avvio della spedizione, è possibile fare ulteriori precisazioni sullo svolgimento dell'inziativa.
Tolti i giorni di viaggio e trasferimento, l'equipe francese sarà competamente operativa dal 10 al 17 agosto, sarà composta da 10 speleo, di cui 4 speleosub di punta che opereranno in due squadre distinte ed autonome, una al Pozzo dei Colombi ed una all'Abisso di Trebiciano.
Coordineranno le immersioni i noti speleosub Claude Touloumdjian e Marc Douchet.
Non vi saranno invece speleosub italiani, come erroneamete segnalato in alcuni articoli.
Speriamo che le condizioni climatiche - e conseguentemente idrogeolgiche - siano le migliori al fine di ottenere i risultati più interessanti possibili.
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Tolti i giorni di viaggio e trasferimento, l'equipe francese sarà competamente operativa dal 10 al 17 agosto, sarà composta da 10 speleo, di cui 4 speleosub di punta che opereranno in due squadre distinte ed autonome, una al Pozzo dei Colombi ed una all'Abisso di Trebiciano.
Coordineranno le immersioni i noti speleosub Claude Touloumdjian e Marc Douchet.
Non vi saranno invece speleosub italiani, come erroneamete segnalato in alcuni articoli.
Speriamo che le condizioni climatiche - e conseguentemente idrogeolgiche - siano le migliori al fine di ottenere i risultati più interessanti possibili.
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domenica 4 agosto 2013
Si parla del Progetto
Sempre in relazione alla conferenza stampa di presentazione tenutasi in data 29 luglio 2013, vi sono state varie segnalazioni sul WEB che hanno riguardato il "Timavo System Exploration 2013".
Fra le tante possiamo citare quelle pubblicate sui seguenti siti:
Università degli Studi di Trieste,
Università degli Studi di Trieste (Facebook)
Hydro Karst (progetto transfrontaliero)
Federazione Speleologica Regionale del Friuli Venezia Giulia
Scintilena (notiziario speleo online)
Il Piccolo (quotidiano cittadino)
IlFriuliVeneziaGiulia (pubblicazione online)
NordEstNews (pubblicazione online)
Telepordenone (emittente televisiva)
Stefano Savini (giornalista)
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Fra le tante possiamo citare quelle pubblicate sui seguenti siti:
Università degli Studi di Trieste,
Università degli Studi di Trieste (Facebook)
Hydro Karst (progetto transfrontaliero)
Federazione Speleologica Regionale del Friuli Venezia Giulia
Scintilena (notiziario speleo online)
Il Piccolo (quotidiano cittadino)
IlFriuliVeneziaGiulia (pubblicazione online)
NordEstNews (pubblicazione online)
Telepordenone (emittente televisiva)
Stefano Savini (giornalista)
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mercoledì 31 luglio 2013
Articolo su IL PICCOLO
Come diretta conseguenza della conferenza stampa di ieri, è stato pubblicato sul quotidiano cittadino Il Piccolo un articolo intitolato "Esporazione Speleosubacquea francese al Timavo", a firma del giornalista Francesco Cardella.
L'articolo spiega, in maniera chiara e precisa, il programma del progetto esplorativo ed i vari ruoli tecnico-logistici dei singoli soggetti coinvolti.
Vedi l'articolo sul sito de IL PICCOLO.
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L'articolo spiega, in maniera chiara e precisa, il programma del progetto esplorativo ed i vari ruoli tecnico-logistici dei singoli soggetti coinvolti.
Vedi l'articolo sul sito de IL PICCOLO.
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martedì 30 luglio 2013
Conferenza stampa
In data 29 luglio 2013 si è svolta, presso la sala conferenze di Palazzo Modello, una conferenza stampa per presentare ai media il "Timavo System Exploration 2013".
Oltre a Sergio Dambrosi (presidente della Società Adriatica di Speleologia) erano presenti il prof. Franco Cucchi (del Dipartimento di Matematica e Geoscienze dell’Università degli Studi di Trieste) e l'ing. Enrico Altran (dell’Acegas-aps Spa).
L'occasione ha permesso di evidenziare ai presenti le caratteristiche del programma esplorativo organizzato dal National Cave Diving Commette della FFESSM, di precisare come l'appoggio logistico sia fornito dalla Società Adriatica di Speleologia e di ricordare che l'iniziativa ha ottenuto il patrocinio del progetto “Hydro Karst - L’acquifero del Carso quale risorsa idrica strategica transfrontaliera”, attività avviata nell'ambito del Programma per la Cooperazione Transfrontaliera Italia-Slovenia 2007-2013, dal Fondo europeo di sviluppo regionale e dai fondi nazionali.
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Oltre a Sergio Dambrosi (presidente della Società Adriatica di Speleologia) erano presenti il prof. Franco Cucchi (del Dipartimento di Matematica e Geoscienze dell’Università degli Studi di Trieste) e l'ing. Enrico Altran (dell’Acegas-aps Spa).
L'occasione ha permesso di evidenziare ai presenti le caratteristiche del programma esplorativo organizzato dal National Cave Diving Commette della FFESSM, di precisare come l'appoggio logistico sia fornito dalla Società Adriatica di Speleologia e di ricordare che l'iniziativa ha ottenuto il patrocinio del progetto “Hydro Karst - L’acquifero del Carso quale risorsa idrica strategica transfrontaliera”, attività avviata nell'ambito del Programma per la Cooperazione Transfrontaliera Italia-Slovenia 2007-2013, dal Fondo europeo di sviluppo regionale e dai fondi nazionali.
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martedì 23 luglio 2013
Lavori di sistemazione
In previsione delle discese nell'Abisso di Trebiciano a seguito delle esplorazioni speleosubacquee che saranno effetuate nel mese di agosto dalla forte squadra appartenente al National Cave Diving Committee della FFESSM, capitanata da Claude Touloumdjian, sono stati avviati dei lavori di revisione delle attrezzature di discesa nella cavità. In paticolare sono state effettuati dei controlli sulle linee telefoniche al fine di ottenere le migliori possibilità di comunicazione fra il fondo della grotta e l'esterno, anche ai fini della sicurezza.
Le verifiche procedono e gli impianti sembrano in ottime condizioni.
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Le verifiche procedono e gli impianti sembrano in ottime condizioni.
Discesa nell'abisso. Botola d'ingresso della cavità (foto Paolo Guglia) |
lunedì 15 luglio 2013
Patrocinio alla spedizione
Vista l'importanza dell'iniziativa, è stato chiesto all'Università degli Studi di Trieste - Dipartimento di Matematica e Geoscienze - di concedere il proprio patrocinio, e quello del progetto Hydrokarst, alla campagna di esplorazioni sul Timavo ed alla spedizione speleosubacquea.
L'iniziativa transfrontaliera Hydrokarst (L’acquifero del Carso quale risorsa idrica strategica transfrontaliera) è un progetto comunitario rivolto alla tutela e alla gestione coordinata dell’acquifero del fiume Reka-Timavo attraverso il monitoraggio quantitativo e qualitativo delle acque ipogee e del territorio del Carso Classico (vedi il sito http://www.hydrokarst-project.eu/it).
L'Università ha quindi concesso il patrocinio alla spedizione "Timavo System Exploraton 2013".
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L'iniziativa transfrontaliera Hydrokarst (L’acquifero del Carso quale risorsa idrica strategica transfrontaliera) è un progetto comunitario rivolto alla tutela e alla gestione coordinata dell’acquifero del fiume Reka-Timavo attraverso il monitoraggio quantitativo e qualitativo delle acque ipogee e del territorio del Carso Classico (vedi il sito http://www.hydrokarst-project.eu/it).
L'Università ha quindi concesso il patrocinio alla spedizione "Timavo System Exploraton 2013".
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domenica 14 luglio 2013
Date e organizzazione
L’equipe esplorativa appartenente
al National Cave Diving Commette della FFESSM (Fédération française d'études et de Sports Sous-Marins), capitanata da Claude Touloumdjian,
riprenderà - nell'estate 2013 - le esplorazioni subacquee del Timavo ipogeo. La Società
Adriatica di
Speleologia, gruppo triestino che con le sue esplorazioni pionieristiche
del 1953 ha per primo cercato di svelare i misteri del corso del fiume,
fornirà il
necessario appoggio.
L'ambizioso programma, denominato Timavo System Exploration 2013, cercherà di fare nuova luce sul complesso corso sotterraneo del Timavo, sia presso le foci (in particolare al Pozzo dei Colombi) sia nel sifone d’entrata dell’abisso di Trebiciano.
Lo svolgimento della della campagna esplorativa è previsto nella prima metà del mese di agosto 2013, indicativamente dal 10 al 18 del prossimo mese.
L'ambizioso programma, denominato Timavo System Exploration 2013, cercherà di fare nuova luce sul complesso corso sotterraneo del Timavo, sia presso le foci (in particolare al Pozzo dei Colombi) sia nel sifone d’entrata dell’abisso di Trebiciano.
Lo svolgimento della della campagna esplorativa è previsto nella prima metà del mese di agosto 2013, indicativamente dal 10 al 18 del prossimo mese.
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giovedì 11 luglio 2013
I presupposti dell'esplorazione
Negli anni
1990/1991 è stato avviato (attraverso la collaborazione di due
associazioni di Trieste: la Società Adriatica di Speleologia e la
Commissione Grotte E. Boegan della Società Alpina delle Giulie) un programma di
ricerche denominato Timavo Project.
I fini dell’iniziativa erano quelli di raccogliere i maggiori
esperti in campo scientifico e i migliori esploratori subacquei per fare
il punto sulla conoscenza del fiume sotterraneo per eccellenza: il Timavo.
I risultati
sono stati notevoli, sia nel campo delle ricerche idrochimiche e biologiche,
sia in quello prettamente esplorativo. Dopo due anni d’immersioni, che hanno
visto la partecipazione di equipe speleo-subacquee provenienti da varie parti
d’Europa (Francia, Germania, Cecoslovacchia e Italia), i risultati ottenuti nel
complesso delle risorgive hanno portato al rilievo di quasi due chilometri di
passaggi allagati e al congiungimento delle tre Bocche (3919 VG) con altre due
grotte soprastanti (Grotta del Timavo - 4583 VG e Pozzo dei Colombi - n. 227 VG).
Pure la profondità massima raggiunta (- 80 m) ha rivelato nuove e inaspettate
situazioni legate alla circolazione profonda del fiume sotterraneo.
Anche nel
sifone di entrata presente nella caverna Lindner dell’Abisso di Trebiciano - n.
17 VG (alla profondità di 329 m dalla superficie) sono state svolte importanti
immersioni, però più difficilmente interpretabili: gli speleo-sub hanno
percorso 420 metri di nuove gallerie sommerse ma, a causa delle notevoli
difficoltà legate alla torbidità dell'acqua, non è stato effettuato un rilievo strumentale
del tratto percorso.
Nel 1991 la
campagna esplorativa è stata dichiarata conclusa, perché in tale occasione erano
stati raggiunti – di fatto – i massimi limiti raggiungibili, a quei tempi, nel
campo delle immersioni speleo-subacquee.
Oggi, le
attrezzature hanno subito radicali cambiamenti (rebreather), tali da permettere lunghe immersioni una volta nemmeno
pensabili, ed anche le esplorazioni prettamente speleologiche hanno fatto
sostanziali passi avanti. Basti pensare che nel 1991 le “finestre” sul fiume
Timavo, cioè le grotte che raggiungevano il suo corso sotterraneo, erano
solamente sette, comprendendo anche il punto d’inabissamento e quello d’uscita
(Skocjanske jame, Kačna jama, Abisso di Trebiciano, Pozzo presso
S. Giovanni di Duino, Pozzo dei Colombi, Grotta del Lago e Bocche del Timavo).
Attualmente dette
“finestre” sono dodici (si sono aggiunte la Grotta di Lazzaro Jerko nel 1999,
la Brezno Treh Generacij nel 2001, la
Jama 1 V Kanjaduce nel 2003, la Brezno V Stršinkni Dolini nel 2004 e la Jama sežanske Reke nel 2011) e sono in
corso lavori di scavo in altre cavità che porteranno a dei sicuri risultati.
La
situazione complessiva è quindi radicalmente cambiata ed è possibile
ripensare al “problema Timavo” in modo nuovo e con inedite prospettive.
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